Innovazione notarile. Videoconferenza. Atto a distanza. Coronavirus
Certo non voglio sottovalutare la gravità della pandemia che stiamo attraversano in Italia. Anzi chi scrive, non avendo mai sottovalutato il problema, nonostante le campagne #abbracciauncinese che accusavano di razzismo coloro che semplicemente si preoccupavano, è stato sempre all’avanguardia nella tutela e nelle precauzioni da adottare. Il notaio Massimo d’Ambrosio è stato il primo in assoluto nella città di Pescara ad adoperare le mascherine, e via via ha adottato precauzioni sempre più stringenti per sé, per i propri dipendenti e per i clienti. Attirandosi ovviamente scherno e derisione da parte di coloro che sostenevano di essere invulnerabili perché “più forti” del virus o da parte di coloro che ritenevano “poco decoroso” mettersi i guanti o il Face Shield durante le stipule.
Si tratta purtroppo di questioni superate e rimane solo il ricordo divertente dei passanti e dei clienti che fotografavano col cellulare riservandosi ovviamente di riderci su coi familiari a casa.
Sennonchè ora non può non constatarsi anche un effetto positivo della gravissima situazione che stiamo attraversando. La necessità di stipulare atti si è spesso scontrata con la ottusità di molti che ritenevano non importante e non essenziale recarsi per una stipula dal notaio.
Evidente contraddizione: se gli studi notarili sono obbligati a stare aperti e se la legge non ammette quale giustificazione dell’inadempimento la sola permanenza dello stato di emergenza perché mai impedire agli acquirenti di comprare un immobile o ai venditori di venderlo, od obbligare i mutuatari a ritornare a casa?
La videoconferenza
Ebbene, la necessità di procedere avanti, salvando più possibile l’economia, contemperandola con le precauzioni per evitare il diffondersi della infezione ha portato a rivalutare gli strumenti informatici già esistenti.
Nella foto che potete vedere in copertina a questo articolo una videoconferenza a cui ha partecipato il notaio Massimo d’Ambrosio proprio oggi con 28 interlocutori, perfettamente riuscita, e condotta tramite il programma Zoom, che consiglio vivamente. Il notaio Massimo d’Ambrosio è il secondo da sinistra nella prima fila, mentre tutti gli altri partecipanti sono stati schermati per ovvia tutela della privacy
Il programma, facilissimo da installare e utilizzare, e che è adoperato anche in molte scuole per le lezioni, è totalmente gratuito ed è potentissimo, permettendo il collegamento contemporaneo di 100 partecipanti! Nella versione gratuita c’era la limitazione a 40 minuti dei collegamenti, ma ora (non so se temporaneamente o in via definitiva) la softwarehouse ha sbloccato tale limitazione permettendo collegamenti infiniti proprio per la loro sensibilità alla epidemia di Coronavirus.
Le assemblee in videoconferenza
Ma non solo, perché con gli ultimi provvedimenti del Governo si è anche fatto un, sia pur timido, passo avanti, consentendo la effettuazione di assemblee societarie in videoconferenza o addirittura le assemblee di condominio
E c’è di più, perché in questi giorni molti mi hanno chiesto di poter stipulare il loro atto a distanza, e ho dovuto faticare a spiegare che non si trattava di una mancanza di disponibilità della categoria notarile, come tanti giornalisti hanno scritto, ma di una mancanza di quadro normativo che lo permetta.
Tantissimi hanno infatti scritto, falsamente, che l’atto a distanza può essere stipulato fin da adesso, e che se non viene utilizzato è colpa della retrogradezza dei notai. Ma non è vero! Certo, che l’atto a distanza esista oggi lo abbiamo proclamato anche in questo blog, da tempo, ma è pur sempre un atto che richiede la compresenza di due o più notai in più posti diversi, mentre il vero atto a distanza che tutti intendono, vogliono, e chiedono – e che non è oggi permesso dalla legge – è l’atto nel quale il notaio identifica la presenza e la volontà dei partecipanti senza che essi siano fisicamente davanti a lui.
Quando dunque si metterà mano ad una legge che consenta ai notai di avvalersi adeguatamente delle nuove tecnologie al contempo rispettando minuziosamente i principi e i limiti che sovraintendono alla istituzione notarile e alla certezza del diritto? Preferiamo aspettare che venga il primo Renzi di passaggio e decida lui all’improvviso senza conoscere la legge?
Notaio Massimo d’Ambrosio
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Il notaio Massimo d'Ambrosio vi informa sempre! Votalo con 5 stelle! Grazie!Innovazione notarile. Videoconferenza. Atto a distanza. Coronavirus ultima modifica: 2020-03-21T19:45:44+01:00 da
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2 Commenti su “Innovazione notarile. Videoconferenza. Atto a distanza. Coronavirus”
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Buongiorno,
può cortesemente illustrare/rcordare riferimenti di legge per quanto riguardo la frase riportata ” l’atto nel quale il notaio identifica la presenza e la volontà dei partecipanti senza che essi siano fisicamente davanti a lui.” ?
“!fisicamente” penso sia la parola che, più di ogni altra, impedisce l’atto “a distanza” in quanto oramai, con le moderne tecnlogie e l’utilizzo accettato/comprovato/assicurato dallo StatoItaliano della PEC ed eventualmente dei livelli di SPID ed Identità digitale in genere, la “presenza fisica” sia oramai concetto superato
Inoltre, presumo ….anzi AZZARDO , che se un MEDICO accerti la morte di una persona attraverso un suo certificato, il NOTAIO non può che prenderne atto (e non può contestare quanto espresso dal medico) : quindi, in teoria, se il MEDICO “presente” attesta il mio essere in vita, guidato “a distanza” anche da un Notaio…si possa operare anche attraverso il MEDICO.
La indagine sulla volontà delle parti e l’identificazione si fa di persona, con la presenza della parte dinanzi al notaio. Ecco perchè oggi l’atto a distanza è proibito